Sono un ventriloquo del silenzio
sussurro con voce d'abisso
la profondità dei miei pensieri
ne trattengo a stento il senso
ma costantemente vibro nell' anima
al suono delle sue parole incompresibili

06/06/1996

sabato 22 settembre 2012

SOSPESA PSICOSI



Del mio passato riempio il ventre
a piene mani nei dettagli perduti scavo
e senza averlo vissuto il mio ieri rivivo
non ancora di una fame saziabile sazio.

Dovunque vada, avanti o indietro
mi ritrovo senza esserci stato
nello stesso punto o mai dentro
per sentirmi parte di quel frammento.

Eppure son felice senza potermelo dire
in una psicosi sospesa e fragile
come una bolla di sapone
eppure son felice senza potermelo permettere.

Allora mi dico sto fermo qui
dove tutto ha senso
ma un qui statico e ripetibile
non c'è lungo il tempo di una vita:
è questo il paradosso
della mia felicità.

Vivo il qui a singhiozzo
saltando nel letto del presente
agitandomi ossessivamente
con la febbre negli occhi
a volte non vedendo chi
baciandomi la fronte
mi porta via la mia follia

svegliandomi.

PERCHE' SCRIVO

Un giorno dissi a voce alta mentre ero sui banchi del ginnasio "l'alba di una fine e il tramonto di un inizio" parafrasando quello che diceva la prof, lei e due mie compagne di classe rimasero colpite da questo istintivo e per me banale gioco di parole ed io ne rimasi lusingato. Avevo 15 anni e dopo una delusione d'amore ho iniziato a scrivere e non ho più smesso. Ultimamente sto cercando di usare questo strumento di comunicazione per descrivere la bellezza del posto dove vivo.