Del mio passato riempio il ventre
a piene mani nei dettagli perduti scavo
e senza averlo vissuto il mio ieri
rivivo
non ancora di una fame saziabile sazio.
Dovunque vada, avanti o indietro
mi ritrovo senza esserci stato
nello stesso punto o mai
dentro
per sentirmi parte di quel frammento.
Eppure son felice senza potermelo dire
in una psicosi sospesa e fragile
come una bolla di sapone
eppure son felice senza potermelo
permettere.
Allora mi dico sto fermo qui
dove tutto ha senso
ma un qui statico e ripetibile
non c'è lungo il tempo di una vita:
è questo il paradosso
della mia felicità.
Vivo il qui a singhiozzo
saltando nel letto del presente
agitandomi ossessivamente
con la febbre negli occhi
a volte non vedendo chi
baciandomi la fronte
mi porta via la mia follia
svegliandomi.