Sono un ventriloquo del silenzio
sussurro con voce d'abisso
la profondità dei miei pensieri
ne trattengo a stento il senso
ma costantemente vibro nell' anima
al suono delle sue parole incompresibili

06/06/1996

venerdì 24 febbraio 2012

LA MIA INQUIETUDINE

A volte
ho paura
di legarmi
troppo
alla vita
da sentirne poi
la mancanza

e allora
non vivo.

giovedì 23 febbraio 2012

VITA

Non so dove io finisca
ed inizi il mio corpo

non so quanto spazio
occupi la mia anima
e di cosa sia fatta

sento la sublime
solitudine
dell'essere
vivo.

IPOCONDRIA

Sto davanti al mare
non ho di meglio da piangere

lo ascolto
mentre sfogo
l'ansia

lo ascolto
mentre lui urla
in me.

Le sue onde
si intrecciano
con le mie parole

Le mie lacrime
si mischiano
con la sua schiuma

passando
nessuno
ci distinguerebbe.

domenica 19 febbraio 2012

CARNEVALE

Troppe maschere
ho indossato,
ho finito
per confondermi
con me stesso!


IL MIO POETA


Vorrei non conoscere il mio poeta
sapere della vita se esce e che mangia
vorrei non conoscere nemmeno la faccia
il colore degli occhi, gli occhiali che porta
vorrei in realtà neanche esistesse
che nè fame, sete o desideri avesse
vorrei che i suoi versi sul foglio bianco
nascessero soli senza della penna il tocco.

Ma se davvero esistesse il mio poeta
vorrei avesse le mani di tanti e gli occhi di pochi
vorrei che scorresse tra fortune e sogni
di gente distratta, contratta e perfetta
vorrei che insieme provasse odio ed amore
che avesse pazienza e impazienza al dolore
vorrei che il suo scrivere versi fosse
come il seno di Eva e di Adamo le coste .


21/11/2010

venerdì 17 febbraio 2012

ILLUSIONE


Di un oasi il miraggio

per anni
mi sono dissettato
bevendo la sua sabbia.

sabato 4 febbraio 2012

IL MURO (dedicata a G.P.F.)

Non so se ci fossi tu al mio fianco
seduto con gli occhi fissi
e la bocca asciugata dal silenzio
a vedere questo film.

Forse l'ho solo sognato
tante erano le volte che lo avevi raccontato
con entusiasmo e distacco insieme
come di chi va troppo veloce
per sentire della vita il sapore .

Eppure io ero con te
dentro quella canzone
mentre l'adolescenza
si dipanava col timore
di divenirne al distacco
insensibile.

Se solo ti avessi salutato
quel televisore non si sarebbe rotto
cadendo dalla finestra:
"ricordi quante volte l'avevamo fatto
per gioco
come il più sublime degli sfoghi"?

Ma era un gioco e non si era cresciuti
-e non lo si è mai abbastanza-
per decidere da soli la fine più giusta
che non fosse un assolo di Gilmour
da ascoltare come ubriachi.

Eppure io sono con te
dentro questa canzone
mentre l'adolescenza
ritorna
senza timore
senza distacco
con la nostra maturità incompleta.

CONFERMA



Ho la disperata necessità di una conferma
che ogni cosa mi travolga sia assolutamente ferma
perchè ogni giorno mi trascino  paure che nascono
o si esasperano nella notte insonne
dove  comunque convoglia ogni soluzione,
farò per tutta la vita la stessa operazione
trovando infinite risposte dissonanti e concordi

riconoscerò mai la parola giusta per descrivere
nel flusso costante la mia solipsistica noia
la mia musa ispiratrice di castelli di sabbia
il vuoto che diventa tempesta, instabile materia
fragile consistenza dell'anima compromessa
dalla vita distinta in attimi finiti ed eterni
da passi solitari nella confusione dei sensi?

cerco la parola giusta e la conferma che esista
dentro me qualcosa che non mi appartenga
e che per questo  mi completa e mi conquista
qualcosa di vero e reale come una ferita
risoluzione finale di ogni contrasto
con ogni ombra estranea all'idea stessa
che mi attraversa come un viaggio

per il momento che passo scrivendo ora
in questo istante consumato sulla tastiera
rimango nel limbo tra idea sogno e realtà
terreno battuto da parole lascive ed ipocrite
ma non meno  vere di un silenzio reticente
come posseduto dalla devastante immagine
della felicità mai del tutto compresa
dell'uomo moderno.

PERCHE' SCRIVO

Un giorno dissi a voce alta mentre ero sui banchi del ginnasio "l'alba di una fine e il tramonto di un inizio" parafrasando quello che diceva la prof, lei e due mie compagne di classe rimasero colpite da questo istintivo e per me banale gioco di parole ed io ne rimasi lusingato. Avevo 15 anni e dopo una delusione d'amore ho iniziato a scrivere e non ho più smesso. Ultimamente sto cercando di usare questo strumento di comunicazione per descrivere la bellezza del posto dove vivo.