Sono un ventriloquo del silenzio
sussurro con voce d'abisso
la profondità dei miei pensieri
ne trattengo a stento il senso
ma costantemente vibro nell' anima
al suono delle sue parole incompresibili
06/06/1996
sussurro con voce d'abisso
la profondità dei miei pensieri
ne trattengo a stento il senso
ma costantemente vibro nell' anima
al suono delle sue parole incompresibili
06/06/1996
venerdì 30 novembre 2012
Non più parole
Abbracciami con le tue spire e con la lingua riempimi
penetra nelle mie orecchie fino a rendermi sordo
non è di parole che ho ora bisogno
graffiami con i tuoi artigli e con il becco feriscimi
svuotami il sangue delle vene fino a rendermi inerme
non è di lottare che ora ho bisogno
vorrei arrendermi, farmi cullare dal mare e dal vento
incosciente librarmi nel sonno immortale
preda di un emozione padrona di ogni mio senso
abbracciami con il tuo sguardo e con i baci riempimi
penetra nelle mie orecchie fino a sentirmi dentro
non è di parole che ho bisogno
graffiami con le tue carezze e con le labbra nutrimi
riempimi lo stomaco di baci fino a rendermi sazio
non è di parole che ho bisogno
vorrei distendermi, farmi coccolare dal mare e dal vento
incosciente librami nell'amore mortale
preda di un emozione padrona di ogni mio senso
giovedì 29 novembre 2012
La scarpiera
Il fango è caduto sul fondo della scarpiera
il fango secco di una gita invernale
chissa quando mai percorsa,
è caduto come il tuo bacio
ora piegato come un resto di foglia
sul bordo del tacco
Strano ritrovarci in questo posto
con le fronti appoggiate
ad opposti sguardi e contrapposte parole.
Strano ad ogni modo
incontrarti di nuovo
qui in questo pensiero
giacchè l'amore da un tempo si è estinto.
Sento ancora tra l'odore del cuoio
e della plastica sudata
il rumore del mio silenzio
e delle tue parole
mentre abbandonavi l'asta a ribasso
del mio amore per te.
il fango secco di una gita invernale
chissa quando mai percorsa,
è caduto come il tuo bacio
ora piegato come un resto di foglia
sul bordo del tacco
Strano ritrovarci in questo posto
con le fronti appoggiate
ad opposti sguardi e contrapposte parole.
Strano ad ogni modo
incontrarti di nuovo
qui in questo pensiero
giacchè l'amore da un tempo si è estinto.
Sento ancora tra l'odore del cuoio
e della plastica sudata
il rumore del mio silenzio
e delle tue parole
mentre abbandonavi l'asta a ribasso
del mio amore per te.
lunedì 26 novembre 2012
Nel sole
Non riesco a cogliere l'orizzonte
in questo pomeriggio terso
vedo sempre oltre, dietro alle cose
dove il sole mai si nasconde
tramonto anch'io in questa pausa
di tiepido autunno
dove le foglie non hanno pace
sospese tra vita e sogno,
dove il mare non incontra la spiaggia
e l'onda non ha incavo
guardo il sole a ponente
e nasco con lui dall'altra parte del mondo
dove non ho nè un viso nè un nome
solo la speranza di un giorno migliore.
in questo pomeriggio terso
vedo sempre oltre, dietro alle cose
dove il sole mai si nasconde
tramonto anch'io in questa pausa
di tiepido autunno
dove le foglie non hanno pace
sospese tra vita e sogno,
dove il mare non incontra la spiaggia
e l'onda non ha incavo
guardo il sole a ponente
e nasco con lui dall'altra parte del mondo
dove non ho nè un viso nè un nome
solo la speranza di un giorno migliore.
venerdì 16 novembre 2012
A Pirulla
Dell'amore ho avuto un'idea
troppo grande per calzarmi bene
la confondevo con l'infinito
lasciandomi sempre spoglio
con il cuore ai miei piedi
come una veste da lavare
alchimista come ero
con le emozioni riempivo gli spazi
mettevo toppe e stringevo misure
per non scoprirmi sempre solo
quell'idea ubriacata dalle parole,
che anche se sussurrate
uscivano dai fogli,
rendevano l'amore più di un gioco
il rovescio della vita
o il suo stesso senso
ma alla fine che cosa ho vissuto?
spostando le trame di un libro trascorso
non trovo che un inquetudine
un sogno appena tracciato
un inseguimento a vuoto.
L'amore quale ipocrita consolazione
racchiusa in un inganno.....
Ora ho te e basto a me stesso
ho raccolto l'infinito
in un bacio.
troppo grande per calzarmi bene
la confondevo con l'infinito
lasciandomi sempre spoglio
con il cuore ai miei piedi
come una veste da lavare
alchimista come ero
con le emozioni riempivo gli spazi
mettevo toppe e stringevo misure
per non scoprirmi sempre solo
quell'idea ubriacata dalle parole,
che anche se sussurrate
uscivano dai fogli,
rendevano l'amore più di un gioco
il rovescio della vita
o il suo stesso senso
ma alla fine che cosa ho vissuto?
spostando le trame di un libro trascorso
non trovo che un inquetudine
un sogno appena tracciato
un inseguimento a vuoto.
L'amore quale ipocrita consolazione
racchiusa in un inganno.....
Ora ho te e basto a me stesso
ho raccolto l'infinito
in un bacio.
sabato 27 ottobre 2012
A Richard bach
Ha il cielo nelle dita la polvere
delle tue ali
che mai smesso avrebbero
di battere
se i suoi fili nascosti
dai tuoi occhi opachi
non avessero trattenuto
la tua smania di crederci
leggero
sei caduto
in un letto
di pensieri
non pesa una vita
vissuta
delle tue ali
che mai smesso avrebbero
di battere
se i suoi fili nascosti
dai tuoi occhi opachi
non avessero trattenuto
la tua smania di crederci
leggero
sei caduto
in un letto
di pensieri
non pesa una vita
vissuta
sabato 22 settembre 2012
SOSPESA PSICOSI
Del mio passato riempio il ventre
a piene mani nei dettagli perduti scavo
e senza averlo vissuto il mio ieri
rivivo
non ancora di una fame saziabile sazio.
Dovunque vada, avanti o indietro
mi ritrovo senza esserci stato
nello stesso punto o mai
dentro
per sentirmi parte di quel frammento.
Eppure son felice senza potermelo dire
in una psicosi sospesa e fragile
come una bolla di sapone
eppure son felice senza potermelo
permettere.
Allora mi dico sto fermo qui
dove tutto ha senso
ma un qui statico e ripetibile
non c'è lungo il tempo di una vita:
è questo il paradosso
della mia felicità.
Vivo il qui a singhiozzo
saltando nel letto del presente
agitandomi ossessivamente
con la febbre negli occhi
a volte non vedendo chi
baciandomi la fronte
mi porta via la mia follia
svegliandomi.
venerdì 6 luglio 2012
In me
Non mi appartiene
la parte del cuore
che cieca ama,
ma quella che vede
continuamente
in me si agita
come una preda
ancor viva
in trappola.
la parte del cuore
che cieca ama,
ma quella che vede
continuamente
in me si agita
come una preda
ancor viva
in trappola.
lunedì 2 luglio 2012
La mia ombra
Io sto due metri più avanti
con la mia ombra dietro
ed il sole alle spalle
è l'eclissi dei miei sogni
che mi precedono
lasciandomi solo
quella oscura macchia
che mi segue
in realtà non so neanche
dove nasca o muoia il sole
so solo che l'unica parte
che vive di me
è la mia ombra.
con la mia ombra dietro
ed il sole alle spalle
è l'eclissi dei miei sogni
che mi precedono
lasciandomi solo
quella oscura macchia
che mi segue
in realtà non so neanche
dove nasca o muoia il sole
so solo che l'unica parte
che vive di me
è la mia ombra.
martedì 19 giugno 2012
Incognite
Come estranei all'elemento,
incognite destabilizzanti
di un'estate alle porte,
due giovani di colore
nuotavano sulle onde
e perfetti ridevano
abituato come ero a vederli
avanti e indietro sotto il sole
con il loro carico di orpelli
a volte tra l'indifferenza
a volte nell'insofferenza
mi sono incantato
a guardarli
non so se altri hanno visto
due giovani giocare
come noi
raffreddarsi il corpo
e lo spirito
nel mare intorpidito
dalle onde
ma io
solo per un attimo
ho visto
un mondo possibile
dove i primi e gli ultimi
nuotano assieme.
incognite destabilizzanti
di un'estate alle porte,
due giovani di colore
nuotavano sulle onde
e perfetti ridevano
abituato come ero a vederli
avanti e indietro sotto il sole
con il loro carico di orpelli
a volte tra l'indifferenza
a volte nell'insofferenza
mi sono incantato
a guardarli
non so se altri hanno visto
due giovani giocare
come noi
raffreddarsi il corpo
e lo spirito
nel mare intorpidito
dalle onde
ma io
solo per un attimo
ho visto
un mondo possibile
dove i primi e gli ultimi
nuotano assieme.
mercoledì 6 giugno 2012
Un debole ricordo
Non so se ti cerco ancora
quando ti trovo nel passato
mentre cerco l'equilibrio
nelle sabbie del presente,
ho sfogliato tutti i ricordi
e non so cosa ricordo di te
e neanche cosa sia vero.
A suo tempo ho sovrapposto
luoghi e parole con altre
per perderti nel labirinto
della memoria,
ho tagliato il filo d'Arianna
spostato le pietre di Pollicino
per perdere la strada del ritorno.
Non dovevo trovarti
se avessi avuto bisogno di te,
ti ho sepolto ogni volta
che ti ho desiderato
sotto una manciata di terra
versata sul mio cuore
per dirti sempre un addio.
Non so se ti cerco ancora
ma sei nel limbo del sogno
e sparisci ogni volta che ti tocco,
come una nuvola assumi
ogni forma che spero
per poi dissolverti subito
perchè più non ci credo.
Sei un immagine falsa
di ricci pensieri ed occhi maestosi
tremante col fuoco nella pelle
e il cuore nelle orecchie
che mi annebbia la vista
nell'eco di una breve poesia.
Quel che lasci o hai perduto
è l'inganno di esserci stata
tra le mie braccia e le mie labbra,
a dirmi che ieri o domani
per sempre mia saresti stata
negandoti al presente.
Non mi resta che il desiderio
triste oggi come allora
di accarrezzarti un'ultima volta
la schiena
mentre vai via
senza volertene andare.
quando ti trovo nel passato
mentre cerco l'equilibrio
nelle sabbie del presente,
ho sfogliato tutti i ricordi
e non so cosa ricordo di te
e neanche cosa sia vero.
A suo tempo ho sovrapposto
luoghi e parole con altre
per perderti nel labirinto
della memoria,
ho tagliato il filo d'Arianna
spostato le pietre di Pollicino
per perdere la strada del ritorno.
Non dovevo trovarti
se avessi avuto bisogno di te,
ti ho sepolto ogni volta
che ti ho desiderato
sotto una manciata di terra
versata sul mio cuore
per dirti sempre un addio.
Non so se ti cerco ancora
ma sei nel limbo del sogno
e sparisci ogni volta che ti tocco,
come una nuvola assumi
ogni forma che spero
per poi dissolverti subito
perchè più non ci credo.
Sei un immagine falsa
di ricci pensieri ed occhi maestosi
tremante col fuoco nella pelle
e il cuore nelle orecchie
che mi annebbia la vista
nell'eco di una breve poesia.
Quel che lasci o hai perduto
è l'inganno di esserci stata
tra le mie braccia e le mie labbra,
a dirmi che ieri o domani
per sempre mia saresti stata
negandoti al presente.
Non mi resta che il desiderio
triste oggi come allora
di accarrezzarti un'ultima volta
la schiena
mentre vai via
senza volertene andare.
lunedì 4 giugno 2012
Nel sonno
Il segreto è parlarti nel sonno
senza svegliarti, anima mia
e dirti cose che aperti gli occhi
non sopporteresti come vere
dormi quindi leggera sui sogni
cullata da parole incomprensibili
che ti accarezzano le orecchie
e sfiorano appena i pensieri
dormi quindi senza tormenti
cullata da inganni e illusioni
e riposa felice e serena per me
che piangendo assorto ti veglio
reciterò poesie come sussurri
e confesserò ai tuoi respiri
le mie paure e le mie verità
senza disturbare il tuo riposo
svegliandoti non vedrai che
la luce di un alba già matura
giovedì 31 maggio 2012
Nausea
Più di un singulto
un conato mi coglie
e non riesco a contenerlo,
questa nausea mi ossesiona e divora
in un vortice caotico.
Sto
in precario equilibrio
nell'inutile breccia,
lasciata inesplorata,
della consapevolezza.
Come illuminato dal sole
rifletto la luce
sul mio raccolto
ma nessuno vede
se non l'ombra
che si crea.
Lanciati a pugni
i semi dell'innocenza
è cresciuta
dopo una stagione
nella nuda terra
la mia vergogna.
Mi consolo
solo
a veder tra le stoppie
bruciare
la mia ingenuità.
un conato mi coglie
e non riesco a contenerlo,
questa nausea mi ossesiona e divora
in un vortice caotico.
Sto
in precario equilibrio
nell'inutile breccia,
lasciata inesplorata,
della consapevolezza.
Come illuminato dal sole
rifletto la luce
sul mio raccolto
ma nessuno vede
se non l'ombra
che si crea.
Lanciati a pugni
i semi dell'innocenza
è cresciuta
dopo una stagione
nella nuda terra
la mia vergogna.
Mi consolo
solo
a veder tra le stoppie
bruciare
la mia ingenuità.
lunedì 28 maggio 2012
Clarissa
Un minuto solo ti è bastato
e in uno sguardo di me sapevi tutto
in un istante ogni porta avevi aperto
come se altre volte l'avessi fatto
ero nudo improvvisamente fragile
senza maschere e una via di fuga
davanti a te che mi raccontavi
l' infelicità della mia vita
allora solo allora e per sempre
mi accorsi che ero più cenere io
di quei cumuli di libri dopo il rogo
allora e per sempre trattenni
sul cuore un residuo stampato
l'impronta di un uomo che vissuto
realmente aveva tutti i suoi anni.
e in uno sguardo di me sapevi tutto
in un istante ogni porta avevi aperto
come se altre volte l'avessi fatto
ero nudo improvvisamente fragile
senza maschere e una via di fuga
davanti a te che mi raccontavi
l' infelicità della mia vita
allora solo allora e per sempre
mi accorsi che ero più cenere io
di quei cumuli di libri dopo il rogo
allora e per sempre trattenni
sul cuore un residuo stampato
l'impronta di un uomo che vissuto
realmente aveva tutti i suoi anni.
domenica 27 maggio 2012
LIBERTA'
Non c'è ragione di togliercela
la libertà
noi a meno ne faremo
distratti e corrotti
nel crederla un pericolo
più che un diritto
non più gabbie
perchè il terrore tiene
più di una catena,
staremo immobili
nell'ora d'aria
senza guardie
solo noi stessi
non sapremo più
chi è il nemico
perchè tutti lo saranno
tranne quelli dietro al vetro
che mai vedremo
e le case-prigioni
saranno i nostri rifugi
dal vicino
non ci costringeranno
faremo noi tutto quello
che loro vorranno,
dentro al labirinto
nello stesso modo
ci muoveremo
verso la stessa uscita
allineati andremo
non dovranno bruciarli
i libri
perchè nessuno più li leggerà
nessuna inquisizione
o censura tornerà
i monitor e gli smartphone
ci completeranno
non parleremo più tra noi
senza intermediaria
una tecnologia
le idee non devono
odorare di umanità
ma eteree come utopie
devono scemare
in distanze
mai sapremo di essere
vittime dell'omologazione
sterili consumatori di merci
viaggiatori senza viaggio
studiosi passivi di storia,
scienza ed economia
schiavi inconsapevoli
di un'invisibile minoranza.
o peggio guarderemo
estasiati i fili che ci sostengono
e guidati consumeremo la vita
come richiesto
credendo vera
la felicità
che ci impongono.
la libertà
noi a meno ne faremo
distratti e corrotti
nel crederla un pericolo
più che un diritto
non più gabbie
perchè il terrore tiene
più di una catena,
staremo immobili
nell'ora d'aria
senza guardie
solo noi stessi
non sapremo più
chi è il nemico
perchè tutti lo saranno
tranne quelli dietro al vetro
che mai vedremo
e le case-prigioni
saranno i nostri rifugi
dal vicino
non ci costringeranno
faremo noi tutto quello
che loro vorranno,
dentro al labirinto
nello stesso modo
ci muoveremo
verso la stessa uscita
allineati andremo
non dovranno bruciarli
i libri
perchè nessuno più li leggerà
nessuna inquisizione
o censura tornerà
i monitor e gli smartphone
ci completeranno
non parleremo più tra noi
senza intermediaria
una tecnologia
le idee non devono
odorare di umanità
ma eteree come utopie
devono scemare
in distanze
mai sapremo di essere
vittime dell'omologazione
sterili consumatori di merci
viaggiatori senza viaggio
studiosi passivi di storia,
scienza ed economia
schiavi inconsapevoli
di un'invisibile minoranza.
o peggio guarderemo
estasiati i fili che ci sostengono
e guidati consumeremo la vita
come richiesto
credendo vera
la felicità
che ci impongono.
venerdì 25 maggio 2012
Don chisciotte
Cadrò di nuovo
in sintonia con la terra
e lungo il mio viaggio
di lividi e fratture
il dolore mi sarà fratello
non possono affondarmi
queste ossa scomposte
perchè anche come sacco
valgo di più di una bugia
e di un compromesso
ed è inutile scalciarmi
perchè vivo rotolerò
fino anche all'infinito
la dignità non si deforma
neanche se calpestata
quindi guardami se riesci
anche se non capisci
questa fierezza nella sconfitta
questo assalire i mulini a vento
in sintonia con la terra
e lungo il mio viaggio
di lividi e fratture
il dolore mi sarà fratello
non possono affondarmi
queste ossa scomposte
perchè anche come sacco
valgo di più di una bugia
e di un compromesso
ed è inutile scalciarmi
perchè vivo rotolerò
fino anche all'infinito
la dignità non si deforma
neanche se calpestata
quindi guardami se riesci
anche se non capisci
questa fierezza nella sconfitta
questo assalire i mulini a vento
lunedì 14 maggio 2012
Poeti solitari
Siamo poeti solitari
perduti in parole incomprensibili
senza metrica e musica
con idee in fermento
ma il cuore afasico.
Sprechiamo energie per liberarci
dalla contenzione della parola
che limita la stessa definizione
della più umile emozione,
stiamo a contar le sillabe e gli accenti
del nostro singhiozzo farneticante
anestetizzando l'istinto primordiale
del continuo rigurgito di emozioni.
Siamo poeti solitari
rinchiusi in camere di vetro
ad ammirare gli aloni di vapore
dei nostri stanchi respiri,
cercando di urlare e di farci capire.
Siamo poeti solitari
rivoluzionari nel silenzio delle parole
o solo nelle intenzioni,
statici ma non complici
di questa schizofrenia collettiva.
Io e me stesso
due inutili poeti rimasti
a leggersi e scriversi
senza quasi capirsi
nella dicotomia tra occhio
e penna di una psicosi
letteraria senza senso,
cerchiamo degli altri il consenso
come il matto
su un lettino sdraiato
attende una parola di confort.
Io e me stesso
mai veri poeti
solo spettatori vinti
del lento e inesorabile
declino della società.
perduti in parole incomprensibili
senza metrica e musica
con idee in fermento
ma il cuore afasico.
Sprechiamo energie per liberarci
dalla contenzione della parola
che limita la stessa definizione
della più umile emozione,
stiamo a contar le sillabe e gli accenti
del nostro singhiozzo farneticante
anestetizzando l'istinto primordiale
del continuo rigurgito di emozioni.
Siamo poeti solitari
rinchiusi in camere di vetro
ad ammirare gli aloni di vapore
dei nostri stanchi respiri,
cercando di urlare e di farci capire.
Siamo poeti solitari
rivoluzionari nel silenzio delle parole
o solo nelle intenzioni,
statici ma non complici
di questa schizofrenia collettiva.
Io e me stesso
due inutili poeti rimasti
a leggersi e scriversi
senza quasi capirsi
nella dicotomia tra occhio
e penna di una psicosi
letteraria senza senso,
cerchiamo degli altri il consenso
come il matto
su un lettino sdraiato
attende una parola di confort.
Io e me stesso
mai veri poeti
solo spettatori vinti
del lento e inesorabile
declino della società.
Il ginepro
Ho in me il dolore emergente
di un germoglio che spacca la roccia
e fecondo si erge in stelo di foglie
come ali verdi in un volo radente
mi nutro di sabbia e acqua piovana
che colora di muschio le pareti spioventi
e salgo librandomi a quel lembo di cielo
per scaldarmi al rapido scorrere del sole
Sto eretto sicuro e fiero di me
e vivo contro la gravità
della vita stessa
che ci appiattisce
nell'utile mediocrità.
di un germoglio che spacca la roccia
e fecondo si erge in stelo di foglie
come ali verdi in un volo radente
mi nutro di sabbia e acqua piovana
che colora di muschio le pareti spioventi
e salgo librandomi a quel lembo di cielo
per scaldarmi al rapido scorrere del sole
Sto eretto sicuro e fiero di me
e vivo contro la gravità
della vita stessa
che ci appiattisce
nell'utile mediocrità.
sabato 5 maggio 2012
Sull'anima
In distanti destini
ora mi consolo
lontano
dalla stasi dell'anima
dalla stasi dell'anima
reclinata in pose
insostenibili
insostenibili
al rigido corpo
riverso
sull'indeformabile
materia
della realtà
marcio
un piede avanti
ed uno perso
all'infinito
all'infinito
al passo
dell'età inconsolabile
dell'età inconsolabile
del “non ho fatto”
eppure
impermeabile
al rimpianto
vivo
la felicità
come un prestito
interiore
effimero
e passeggero
della vita
non come un dono
esterno
che alla fine
perdendo
rimpiangerei
questa anima
che forse
mi contiene
o che forse
come calco interiore
della mia fragilità
contengo
a volte
mi attraversa
in raggi
che chiamo
felicità.
venerdì 27 aprile 2012
Sulla paura di morire
Invisibili salti
nascosti nello scorrere
silenzioso del tempo
affrontiamo
invisibili buche
nel confortante piano
del quotidiano
ignoriamo
le nostre viscere
contengono
infinitesime parti
di veleno
e a volte cresce
solitario
il germe della fine
distante dai sorrisi
dai palpiti del cuore
si è a metà del guado
inconsapevoli
e felici
con la vita immersa
nell'oscurità
fino all'ombelico
senza più vedersi
i piedi
no non sapremo mai
ed è amara fortuna
quando inizia
la fine del viaggio
ed io mio logoro
di questa turpe
consapevolezza.
nascosti nello scorrere
silenzioso del tempo
affrontiamo
invisibili buche
nel confortante piano
del quotidiano
ignoriamo
le nostre viscere
contengono
infinitesime parti
di veleno
e a volte cresce
solitario
il germe della fine
distante dai sorrisi
dai palpiti del cuore
si è a metà del guado
inconsapevoli
e felici
con la vita immersa
nell'oscurità
fino all'ombelico
senza più vedersi
i piedi
no non sapremo mai
ed è amara fortuna
quando inizia
la fine del viaggio
ed io mio logoro
di questa turpe
consapevolezza.
Sul sogno
Ho versato
il sogno
nello stretto
imbuto
della vita
non mi è rimasto
che un incavo
vuoto
di
felicità.
il sogno
nello stretto
imbuto
della vita
non mi è rimasto
che un incavo
vuoto
di
felicità.
giovedì 19 aprile 2012
Atlante
Ecco la mia memoria,
il mio testamento,
scritto con l'inchiostro indelebile
ma trasparente
che quasi non si vede
delle mie vene
chi leggerà questo vuoto lamento?
Non è vero che
ogni giorno moriamo,
io in un giorno
muoio più volte
ed in modo diverso
porto da sempre
sulla schiena
il peso del mondo
ma ora più non riesco
a non chinarmi
a non cadere
schiacciato da parole
e sguardi comuni
mi arrendo ad un refolo
di silenzio
come davanti
alla condanna di Dio.
Quanti testamenti ancora
dovrò scrivere
per ricordare di me
una parte sepolta sopra
un'altra ancor viva?
L'ultimo parla di me
che guarda
il mondo caduto
rotolare.
il mio testamento,
scritto con l'inchiostro indelebile
ma trasparente
che quasi non si vede
delle mie vene
chi leggerà questo vuoto lamento?
Non è vero che
ogni giorno moriamo,
io in un giorno
muoio più volte
ed in modo diverso
porto da sempre
sulla schiena
il peso del mondo
ma ora più non riesco
a non chinarmi
a non cadere
schiacciato da parole
e sguardi comuni
mi arrendo ad un refolo
di silenzio
come davanti
alla condanna di Dio.
Quanti testamenti ancora
dovrò scrivere
per ricordare di me
una parte sepolta sopra
un'altra ancor viva?
L'ultimo parla di me
che guarda
il mondo caduto
rotolare.
martedì 17 aprile 2012
Venticinque
Caduto in trappola
nello slancio di una corsa
che strozzava il respiro
hai abbandonato l'ormeggio
salpando col tuo cuore
nel viaggio più lungo
ora c'è chi piange
tutto si ferma
il solito utile
dolore
ma mai smetterà
di battere il tuo sorriso
fossilizzato
mai nessuno capirà
la tua felicità.
nello slancio di una corsa
che strozzava il respiro
hai abbandonato l'ormeggio
salpando col tuo cuore
nel viaggio più lungo
ora c'è chi piange
tutto si ferma
il solito utile
dolore
ma mai smetterà
di battere il tuo sorriso
fossilizzato
mai nessuno capirà
la tua felicità.
sabato 7 aprile 2012
Mio padre
A lungo ho rovistato
nella carcassa vuota
della mia infanzia,
le immagini consolatorie
delle tue mani,
la forza del tuo braccio
che mi sosteneva,
nel silenzio
delle mie lacrime nascoste
sono state
un recinto di emozioni
per troppo tempo
nel delirio dell' adolescenza
gonfio di ormoni e poesie
mai del tutto comprese,
alle tue scarne parole
ho rinunciato,
credendo di trovare
un equilibrio diverso
sospeso tra vita
e letteratura
alla fine trentenne
il senso dei tuoi sospiri
e dei tuoi silenzi
in me ho trattenuto,
incarnati i tatuaggi
delle ferite inferte
dal destino
ho chiuso il cerchio,
dalla tua parte
con gli occhi aperti
e il cuore sereno
mi son trovato
allora ho compreso
senza mai afferrarlo
il senso del tuo tempo
senza di me.
nella carcassa vuota
della mia infanzia,
le immagini consolatorie
delle tue mani,
la forza del tuo braccio
che mi sosteneva,
nel silenzio
delle mie lacrime nascoste
sono state
un recinto di emozioni
per troppo tempo
nel delirio dell' adolescenza
gonfio di ormoni e poesie
mai del tutto comprese,
alle tue scarne parole
ho rinunciato,
credendo di trovare
un equilibrio diverso
sospeso tra vita
e letteratura
alla fine trentenne
il senso dei tuoi sospiri
e dei tuoi silenzi
in me ho trattenuto,
incarnati i tatuaggi
delle ferite inferte
dal destino
ho chiuso il cerchio,
dalla tua parte
con gli occhi aperti
e il cuore sereno
mi son trovato
allora ho compreso
senza mai afferrarlo
il senso del tuo tempo
senza di me.
Rianimazione
L'ultimo respiro è un rantolo che deforma il viso
una smorfia che ci accomuna sulla soglia della vita
che ci rende somiglianti maschere riflesse nel buio
esposte senza appiglio lungo il baratro del silenzio
la bocca distorce in un bacio ed un soffio di flauto
gli occhi immerge in uno stagno straripante di vuoto
la pelle distende appiattendo ogni ruga del tempo
assumendo il candore cereo di una statua di gesso
alla fine l'ultimo fiato si confonde nell'aria che respiri
e in una pausa che il tempo ferma in stirati secondi
l'anima trasale dal corpo ancor caldo senza staccarsi
e ci guarda senza emozione nel limbo tra i due mondi
allora col palmo della mano batti il ritmo al suo cuore
e con un pallone riempi di ampi respiri il suo polmone
finchè una scossa resusciti in un balzo il corpo inerme
da costringere l'eterea anima a riempir la vuota carne
il respiro si fa veloce e forte a recuperare gli altri persi
il cuor riprende come niente fosse la sua danza dei sensi
gli occhi si accendono di luce e le pupille allor si stringono
le parole parlano di un rubato sogno da cui si destano
mi piace credere ad un Dio solenne che alla sua anima abbia
sbattuto in faccia la porta eterna del viaggio di sola andata
e non al caso fortuito di una banale e illogica coincidenza
che mescola ad occhi chiusi i numeri e poi incurante li pesca.
una smorfia che ci accomuna sulla soglia della vita
che ci rende somiglianti maschere riflesse nel buio
esposte senza appiglio lungo il baratro del silenzio
la bocca distorce in un bacio ed un soffio di flauto
gli occhi immerge in uno stagno straripante di vuoto
la pelle distende appiattendo ogni ruga del tempo
assumendo il candore cereo di una statua di gesso
alla fine l'ultimo fiato si confonde nell'aria che respiri
e in una pausa che il tempo ferma in stirati secondi
l'anima trasale dal corpo ancor caldo senza staccarsi
e ci guarda senza emozione nel limbo tra i due mondi
allora col palmo della mano batti il ritmo al suo cuore
e con un pallone riempi di ampi respiri il suo polmone
finchè una scossa resusciti in un balzo il corpo inerme
da costringere l'eterea anima a riempir la vuota carne
il respiro si fa veloce e forte a recuperare gli altri persi
il cuor riprende come niente fosse la sua danza dei sensi
gli occhi si accendono di luce e le pupille allor si stringono
le parole parlano di un rubato sogno da cui si destano
mi piace credere ad un Dio solenne che alla sua anima abbia
sbattuto in faccia la porta eterna del viaggio di sola andata
e non al caso fortuito di una banale e illogica coincidenza
che mescola ad occhi chiusi i numeri e poi incurante li pesca.
giovedì 5 aprile 2012
Pensiero
E' come un fiume
che scorre il pensiero
se con la mano sfioro
il pieno dell'onda
traccio poesie
se l'affondo
allora mi trascina via
e non sono più che
un detrito di parole
mute.
che scorre il pensiero
se con la mano sfioro
il pieno dell'onda
traccio poesie
se l'affondo
allora mi trascina via
e non sono più che
un detrito di parole
mute.
giovedì 29 marzo 2012
A mio figlio
La prima poesia
è
l'inciampo
di un'emozione
nel fango
delle parole
è
la zacchera nel foglio
di un'anima
pura.
è
l'inciampo
di un'emozione
nel fango
delle parole
è
la zacchera nel foglio
di un'anima
pura.
giovedì 22 marzo 2012
LA MIA PARTE DI STELLE
Sono stato il sipario di una notte,
iperbole del mio destino,
all'universo intero
ho raccontato il mio segreto
le mie paure.
Con lui ho diviso
la mia solitudine
raccogliendo dal cielo
la mia parte di stelle
e con la loro polvere
ho fatto i castelli migliori.
Ho pianto
e non per questo
mi sono sentito
meno solo.
Sono stato cielo
e sono stato stelle
in mezzo
sono stato uomo.
iperbole del mio destino,
all'universo intero
ho raccontato il mio segreto
le mie paure.
Con lui ho diviso
la mia solitudine
raccogliendo dal cielo
la mia parte di stelle
e con la loro polvere
ho fatto i castelli migliori.
Ho pianto
e non per questo
mi sono sentito
meno solo.
Sono stato cielo
e sono stato stelle
in mezzo
sono stato uomo.
martedì 13 marzo 2012
"LE ARMI UMILI"
Dipingiamo
da cattivo il viso
del nemico
e
combattiamo
la nostra giusta
guerra
per la libertà.
da cattivo il viso
del nemico
e
combattiamo
la nostra giusta
guerra
per la libertà.
sabato 10 marzo 2012
PALE EOLICHE
E soffia appiattendo i canneti
sradicando i più forti alberi
sollevando sabbie e polveri
indicando i suoi percorsi preminenti
con le sue impronte violente
soffia soffia su immensi mulini bianchi
che girano lentamente, mostrando le pale,
che si stagliano sui profili dei monti
come maestosi cigni epilettici
la sua forza si nasconde e corre nelle
viscere,
da turbine sospese in nervi sotterranei
l'oro trasparente diventa motore
supremo
e rianima i desertici campi incolti
eppure rimane nella pelle delle
colline,
come un ponfo lasciato da un insetto,
la traccia del passaggio di un altro
come un pozzo scavato verso il cielo
soffia soffia ma non per noi
questo vento pulito che muove il mare
e ci ruba l'anima
08/11/2011
giovedì 8 marzo 2012
INCONTRO
Non ti chiedo
quello che già so
e di certo non perchè tu
il silenzio parlandomi abbia rotto
perchè la risposta che mi sono dato
è una amara considerazione, di anni di pensieri il frutto
pensieri solitari trascorsi quando la mente libera era di torturarsi
mi hai rifiutato per paura di perdermi!
Non ti chiedo
se è vero ciò che credo
si perchè ho paura che tu
vanifichi parlandomi il mio silenzio
perchè la risposta che a fatica mi sono dato
è una amara consolazione esito di anni di squilibri
superati con armoniche oscillazioni della mia mente libera di amarsi
e questa mi basta.
quello che già so
e di certo non perchè tu
il silenzio parlandomi abbia rotto
perchè la risposta che mi sono dato
è una amara considerazione, di anni di pensieri il frutto
pensieri solitari trascorsi quando la mente libera era di torturarsi
mi hai rifiutato per paura di perdermi!
Non ti chiedo
se è vero ciò che credo
si perchè ho paura che tu
vanifichi parlandomi il mio silenzio
perchè la risposta che a fatica mi sono dato
è una amara consolazione esito di anni di squilibri
superati con armoniche oscillazioni della mia mente libera di amarsi
e questa mi basta.
giovedì 1 marzo 2012
XXI SECOLO
Di fame muore
il povero mendicante,
con la mano in avanti
protesa a cucchiaio,
di fame muore
il povero mendicante
solo e con gli occhi assenti
in attesa di una moneta
di fame muore
sotto un albero
pieno
di frutti.
il povero mendicante,
con la mano in avanti
protesa a cucchiaio,
di fame muore
il povero mendicante
solo e con gli occhi assenti
in attesa di una moneta
di fame muore
sotto un albero
pieno
di frutti.
venerdì 24 febbraio 2012
LA MIA INQUIETUDINE
A volte
ho paura
di legarmi
troppo
alla vita
da sentirne poi
la mancanza
e allora
non vivo.
ho paura
di legarmi
troppo
alla vita
da sentirne poi
la mancanza
e allora
non vivo.
giovedì 23 febbraio 2012
VITA
ed inizi il mio corpo
non so quanto spazio
occupi la mia anima
e di cosa sia fatta
sento la sublime
solitudine
dell'essere
vivo.
IPOCONDRIA
Sto davanti al mare
non ho di meglio da piangere
lo ascolto
mentre sfogo
l'ansia
lo ascolto
mentre lui urla
in me.
Le sue onde
si intrecciano
con le mie parole
Le mie lacrime
si mischiano
con la sua schiuma
passando
nessuno
ci distinguerebbe.
non ho di meglio da piangere
lo ascolto
mentre sfogo
l'ansia
lo ascolto
mentre lui urla
in me.
Le sue onde
si intrecciano
con le mie parole
Le mie lacrime
si mischiano
con la sua schiuma
passando
nessuno
ci distinguerebbe.
domenica 19 febbraio 2012
IL MIO POETA
Vorrei non conoscere il mio poeta
sapere della vita se esce e che mangia
vorrei non conoscere nemmeno la faccia
il colore degli occhi, gli occhiali che porta
vorrei in realtà neanche esistesse
che nè fame, sete o desideri avesse
vorrei che i suoi versi sul foglio bianco
nascessero soli senza della penna il tocco.
Ma se davvero esistesse il mio poeta
vorrei avesse le mani di tanti e gli occhi di pochi
vorrei che scorresse tra fortune e sogni
di gente distratta, contratta e perfetta
vorrei che insieme provasse odio ed amore
che avesse pazienza e impazienza al dolore
vorrei che il suo scrivere versi fosse
come il seno di Eva e di Adamo le coste .
21/11/2010
venerdì 17 febbraio 2012
sabato 4 febbraio 2012
IL MURO (dedicata a G.P.F.)
seduto con gli occhi fissi
e la bocca asciugata dal silenzio
a vedere questo film.
Forse l'ho solo sognato
tante erano le volte che lo avevi raccontato
con entusiasmo e distacco insieme
come di chi va troppo veloce
per sentire della vita il sapore .
Eppure io ero con te
dentro quella canzone
mentre l'adolescenza
si dipanava col timore
di divenirne al distacco
insensibile.
Se solo ti avessi salutato
quel televisore non si sarebbe rotto
cadendo dalla finestra:
"ricordi quante volte l'avevamo fatto
per gioco
come il più sublime degli sfoghi"?
Ma era un gioco e non si era cresciuti
-e non lo si è mai abbastanza-
per decidere da soli la fine più giusta
che non fosse un assolo di Gilmour
da ascoltare come ubriachi.
Eppure io sono con te
dentro questa canzone
mentre l'adolescenza
ritorna
senza timore
senza distacco
con la nostra maturità incompleta.
CONFERMA
Ho la disperata necessità di una conferma
che ogni cosa mi travolga sia assolutamente ferma
perchè ogni giorno mi trascino paure che nascono
o si esasperano nella notte insonne
dove comunque convoglia ogni soluzione,
farò per tutta la vita la stessa operazione
trovando infinite risposte dissonanti e concordi
riconoscerò mai la parola giusta per descrivere
nel flusso costante la mia solipsistica noia
la mia musa ispiratrice di castelli di sabbia
il vuoto che diventa tempesta, instabile materia
fragile consistenza dell'anima compromessa
dalla vita distinta in attimi finiti ed eterni
da passi solitari nella confusione dei sensi?
cerco la parola giusta e la conferma che esista
dentro me qualcosa che non mi appartenga
e che per questo mi completa e mi conquista
qualcosa di vero e reale come una ferita
risoluzione finale di ogni contrasto
con ogni ombra estranea all'idea stessa
che mi attraversa come un viaggio
per il momento che passo scrivendo ora
in questo istante consumato sulla tastiera
rimango nel limbo tra idea sogno e realtà
terreno battuto da parole lascive ed ipocrite
ma non meno vere di un silenzio reticente
come posseduto dalla devastante immagine
della felicità mai del tutto compresa
dell'uomo moderno.
domenica 29 gennaio 2012
PARADOSSI
Ho sotto controllo l'uscita
in mezzo al fumo ne vedo l'insegna
e se la gente corre e si calpesta
io i tuoi occhi non perdo di vista
so che aspetti più di una risposta
vedo bruciare cose e parole
chi scappa con la schiena in fiamme
e chi si butta nel fuoco e chi lo spegne
o almeno ci prova
tutti insieme in questo incendio di immagini
dove speranze e paure si fondono
dove i contrari si confondono.
Ci guardiamo negli occhi in silenzio
senza fare domande aspettando
che la furia delle fiamme ci circondi
consapevoli che la salvezza in fondo
sia in quel tacito guardarsi
fuggiremo in direzioni opposte
ognuno nello sguardo dell'altro
respireremo oltre la coltre di cenere
che inevitabilmente ci sarà
resisteremo al calore delle pareti
che alla fine ci penetrerà
e brucieremo come due amanti
anche quando tutto crollerà.
in mezzo al fumo ne vedo l'insegna
e se la gente corre e si calpesta
io i tuoi occhi non perdo di vista
so che aspetti più di una risposta
vedo bruciare cose e parole
chi scappa con la schiena in fiamme
e chi si butta nel fuoco e chi lo spegne
o almeno ci prova
tutti insieme in questo incendio di immagini
dove speranze e paure si fondono
dove i contrari si confondono.
Ci guardiamo negli occhi in silenzio
senza fare domande aspettando
che la furia delle fiamme ci circondi
consapevoli che la salvezza in fondo
sia in quel tacito guardarsi
fuggiremo in direzioni opposte
ognuno nello sguardo dell'altro
respireremo oltre la coltre di cenere
che inevitabilmente ci sarà
resisteremo al calore delle pareti
che alla fine ci penetrerà
e brucieremo come due amanti
anche quando tutto crollerà.
domenica 22 gennaio 2012
GUARDA LE MIE OSSA (a B.)
Guarda le mie ossa spazi bianchi tra fibre di oceano
disegni stilizzati di immagini che nuotano
nel cielo gonfio di cumulonembi,
nelle forme delle nuvole riconoscimi
prima che il vento stiracchi i miei contorni
confondendomi con un altro,
con un altro silenzio, una voce in attesa, due occhi sbarrati,
una pancia parlante i suoni interiori dell'anima.
In fondo sono stato solo l'ombra delle tue paure e dei tuoi desideri
sono stato il tuo giaciglio di notte la tua stampella di giorno
lungo quelle strade strapiene di gente distratta
che odiavi
in fondo sono stato solo l'ispirazione dei tuoi giorni migliori
sono stato la rete per non cadere ,per continuare a volare
lungo quella strada percorsa dai tuoi piedi più volte
senza calpestarla,
in fondo sono stato solo il tuo bacio migliore
il tuo odore preferito
la poesia più profonda
che più ti ha ferito.
In fondo ti ho solo portato via
la parte migliore di noi.
03.02.2011
venerdì 20 gennaio 2012
INFINITE ARMI
Ho avuto un sogno
so di averlo avuto
perchè sono stato bambino
con tutte le strade aperte
ed infinite armi,
ho avuto un sogno
o almeno cosi credevo
e tutto era nuovo
e io imparavo
a conoscere me e il mondo
come se fossi il primo
come se avessi un talento
come se in tutto potessi riuscire
Ma del sogno
che avevo
poco è rimasto crescendo
e alcune strade ho lasciato
prendendone altre
anche se non ci credevo
e se ancora mi stupisco
e ancora ho da imparare
da me e dal mondo
so che ho perso
e in niente ho talento
e questo è il mio limite.
RIC
Quando la lama ferendo aprì una breccia
nell'albume della mia oscurità
sentii una mano sollevarmi nel cielo
e il freddo respiro oltre il guscio
il mio primo ansimo non distese l'alveolo
e con rabbia avvertii fame di vento
e cianotico divenne il mio umido profilo
mentre emergevo dalla pancia del mare
mi ritrovai in un guscio trasparente e secco
con tubi fili aghi e mollette nel corpo
cercando degli occhi sconosciuti e desiderati
caddi in un sonno non scelto dopo essermi liberato
aspetto da ore di dissetarmi dalla morbida fonte
quel caldo che in natura sa dare solo un abbraccio
quella voce sentita chiamarmi nello stesso modo
dentro l'antro che precede la vita atmosferica
…...
ho trascorso giorni di pace fittizia in attesa
che il corpo e il connettivo del mio calco
completassero il cerchio della maturazione
fino ad uscire dalla serra nascendo di nuovo
sono nato due volte tanto ho amato la vita
ora riempio l'atmosfera col mio elementare pianto
ed il mondo con la felicità
di un bimbo.
NOV 2011/GEN 2012
nell'albume della mia oscurità
sentii una mano sollevarmi nel cielo
e il freddo respiro oltre il guscio
il mio primo ansimo non distese l'alveolo
e con rabbia avvertii fame di vento
e cianotico divenne il mio umido profilo
mentre emergevo dalla pancia del mare
mi ritrovai in un guscio trasparente e secco
con tubi fili aghi e mollette nel corpo
cercando degli occhi sconosciuti e desiderati
caddi in un sonno non scelto dopo essermi liberato
aspetto da ore di dissetarmi dalla morbida fonte
quel caldo che in natura sa dare solo un abbraccio
quella voce sentita chiamarmi nello stesso modo
dentro l'antro che precede la vita atmosferica
…...
ho trascorso giorni di pace fittizia in attesa
che il corpo e il connettivo del mio calco
completassero il cerchio della maturazione
fino ad uscire dalla serra nascendo di nuovo
sono nato due volte tanto ho amato la vita
ora riempio l'atmosfera col mio elementare pianto
ed il mondo con la felicità
di un bimbo.
NOV 2011/GEN 2012
giovedì 12 gennaio 2012
COMPAGNA DI STUDI
Viso anglossassone con profilo tagliente
occhi e capelli chiari sopra labbra sottili
una pelle bianca e lucida
dove ogni emozione affiora
arrossando gli zigomi
la sua parlata fluente e ritmica
costruisce treni di frenetici pensieri
che fatichi a seguire
i suoi occhi fissi fieri sicuri non sostieni a lungo
per paura che ti entri dentro
a frugarti tra emozioni e paure
ha il passo goffo come di un maschio
e non porta mai una gonna corta
per via dei suoi polpacci
ma sa essere un caro "amico"
e una tenera ed ipertinente amante
anche solo di una notte
Se beve è incontenibile
sa farti ridere di tutto con la sua risata
i suoi piccoli denti le labbra stirate
a volte impulsiva se perde la pazienza
che devi portarla via
perchè non sa mai lasciar perdere
e deve dire l'ultima sempre.
Siamo cresciuti insieme
fino a baciarci lasciarci e ritrovarci
abbiamo creduto ognuno nell'altro
siamo e saremo sempre amici
anche se non ci sentiamo più.
12/01/2012
occhi e capelli chiari sopra labbra sottili
una pelle bianca e lucida
dove ogni emozione affiora
arrossando gli zigomi
la sua parlata fluente e ritmica
costruisce treni di frenetici pensieri
che fatichi a seguire
i suoi occhi fissi fieri sicuri non sostieni a lungo
per paura che ti entri dentro
a frugarti tra emozioni e paure
ha il passo goffo come di un maschio
e non porta mai una gonna corta
per via dei suoi polpacci
ma sa essere un caro "amico"
e una tenera ed ipertinente amante
anche solo di una notte
Se beve è incontenibile
sa farti ridere di tutto con la sua risata
i suoi piccoli denti le labbra stirate
a volte impulsiva se perde la pazienza
che devi portarla via
perchè non sa mai lasciar perdere
e deve dire l'ultima sempre.
Siamo cresciuti insieme
fino a baciarci lasciarci e ritrovarci
abbiamo creduto ognuno nell'altro
siamo e saremo sempre amici
anche se non ci sentiamo più.
12/01/2012
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PERCHE' SCRIVO
Un giorno dissi a voce alta mentre ero sui banchi del ginnasio "l'alba di una fine e il tramonto di un inizio" parafrasando quello che diceva la prof, lei e due mie compagne di classe rimasero colpite da questo istintivo e per me banale gioco di parole ed io ne rimasi lusingato. Avevo 15 anni e dopo una delusione d'amore ho iniziato a scrivere e non ho più smesso. Ultimamente sto cercando di usare questo strumento di comunicazione per descrivere la bellezza del posto dove vivo.