Invisibili salti
nascosti nello scorrere
silenzioso del tempo
affrontiamo
invisibili buche
nel confortante piano
del quotidiano
ignoriamo
le nostre viscere
contengono
infinitesime parti
di veleno
e a volte cresce
solitario
il germe della fine
distante dai sorrisi
dai palpiti del cuore
si è a metà del guado
inconsapevoli
e felici
con la vita immersa
nell'oscurità
fino all'ombelico
senza più vedersi
i piedi
no non sapremo mai
ed è amara fortuna
quando inizia
la fine del viaggio
ed io mio logoro
di questa turpe
consapevolezza.
Sono un ventriloquo del silenzio
sussurro con voce d'abisso
la profondità dei miei pensieri
ne trattengo a stento il senso
ma costantemente vibro nell' anima
al suono delle sue parole incompresibili
06/06/1996
sussurro con voce d'abisso
la profondità dei miei pensieri
ne trattengo a stento il senso
ma costantemente vibro nell' anima
al suono delle sue parole incompresibili
06/06/1996
venerdì 27 aprile 2012
Sul sogno
Ho versato
il sogno
nello stretto
imbuto
della vita
non mi è rimasto
che un incavo
vuoto
di
felicità.
il sogno
nello stretto
imbuto
della vita
non mi è rimasto
che un incavo
vuoto
di
felicità.
giovedì 19 aprile 2012
Atlante
Ecco la mia memoria,
il mio testamento,
scritto con l'inchiostro indelebile
ma trasparente
che quasi non si vede
delle mie vene
chi leggerà questo vuoto lamento?
Non è vero che
ogni giorno moriamo,
io in un giorno
muoio più volte
ed in modo diverso
porto da sempre
sulla schiena
il peso del mondo
ma ora più non riesco
a non chinarmi
a non cadere
schiacciato da parole
e sguardi comuni
mi arrendo ad un refolo
di silenzio
come davanti
alla condanna di Dio.
Quanti testamenti ancora
dovrò scrivere
per ricordare di me
una parte sepolta sopra
un'altra ancor viva?
L'ultimo parla di me
che guarda
il mondo caduto
rotolare.
il mio testamento,
scritto con l'inchiostro indelebile
ma trasparente
che quasi non si vede
delle mie vene
chi leggerà questo vuoto lamento?
Non è vero che
ogni giorno moriamo,
io in un giorno
muoio più volte
ed in modo diverso
porto da sempre
sulla schiena
il peso del mondo
ma ora più non riesco
a non chinarmi
a non cadere
schiacciato da parole
e sguardi comuni
mi arrendo ad un refolo
di silenzio
come davanti
alla condanna di Dio.
Quanti testamenti ancora
dovrò scrivere
per ricordare di me
una parte sepolta sopra
un'altra ancor viva?
L'ultimo parla di me
che guarda
il mondo caduto
rotolare.
martedì 17 aprile 2012
Venticinque
Caduto in trappola
nello slancio di una corsa
che strozzava il respiro
hai abbandonato l'ormeggio
salpando col tuo cuore
nel viaggio più lungo
ora c'è chi piange
tutto si ferma
il solito utile
dolore
ma mai smetterà
di battere il tuo sorriso
fossilizzato
mai nessuno capirà
la tua felicità.
nello slancio di una corsa
che strozzava il respiro
hai abbandonato l'ormeggio
salpando col tuo cuore
nel viaggio più lungo
ora c'è chi piange
tutto si ferma
il solito utile
dolore
ma mai smetterà
di battere il tuo sorriso
fossilizzato
mai nessuno capirà
la tua felicità.
sabato 7 aprile 2012
Mio padre
A lungo ho rovistato
nella carcassa vuota
della mia infanzia,
le immagini consolatorie
delle tue mani,
la forza del tuo braccio
che mi sosteneva,
nel silenzio
delle mie lacrime nascoste
sono state
un recinto di emozioni
per troppo tempo
nel delirio dell' adolescenza
gonfio di ormoni e poesie
mai del tutto comprese,
alle tue scarne parole
ho rinunciato,
credendo di trovare
un equilibrio diverso
sospeso tra vita
e letteratura
alla fine trentenne
il senso dei tuoi sospiri
e dei tuoi silenzi
in me ho trattenuto,
incarnati i tatuaggi
delle ferite inferte
dal destino
ho chiuso il cerchio,
dalla tua parte
con gli occhi aperti
e il cuore sereno
mi son trovato
allora ho compreso
senza mai afferrarlo
il senso del tuo tempo
senza di me.
nella carcassa vuota
della mia infanzia,
le immagini consolatorie
delle tue mani,
la forza del tuo braccio
che mi sosteneva,
nel silenzio
delle mie lacrime nascoste
sono state
un recinto di emozioni
per troppo tempo
nel delirio dell' adolescenza
gonfio di ormoni e poesie
mai del tutto comprese,
alle tue scarne parole
ho rinunciato,
credendo di trovare
un equilibrio diverso
sospeso tra vita
e letteratura
alla fine trentenne
il senso dei tuoi sospiri
e dei tuoi silenzi
in me ho trattenuto,
incarnati i tatuaggi
delle ferite inferte
dal destino
ho chiuso il cerchio,
dalla tua parte
con gli occhi aperti
e il cuore sereno
mi son trovato
allora ho compreso
senza mai afferrarlo
il senso del tuo tempo
senza di me.
Rianimazione
L'ultimo respiro è un rantolo che deforma il viso
una smorfia che ci accomuna sulla soglia della vita
che ci rende somiglianti maschere riflesse nel buio
esposte senza appiglio lungo il baratro del silenzio
la bocca distorce in un bacio ed un soffio di flauto
gli occhi immerge in uno stagno straripante di vuoto
la pelle distende appiattendo ogni ruga del tempo
assumendo il candore cereo di una statua di gesso
alla fine l'ultimo fiato si confonde nell'aria che respiri
e in una pausa che il tempo ferma in stirati secondi
l'anima trasale dal corpo ancor caldo senza staccarsi
e ci guarda senza emozione nel limbo tra i due mondi
allora col palmo della mano batti il ritmo al suo cuore
e con un pallone riempi di ampi respiri il suo polmone
finchè una scossa resusciti in un balzo il corpo inerme
da costringere l'eterea anima a riempir la vuota carne
il respiro si fa veloce e forte a recuperare gli altri persi
il cuor riprende come niente fosse la sua danza dei sensi
gli occhi si accendono di luce e le pupille allor si stringono
le parole parlano di un rubato sogno da cui si destano
mi piace credere ad un Dio solenne che alla sua anima abbia
sbattuto in faccia la porta eterna del viaggio di sola andata
e non al caso fortuito di una banale e illogica coincidenza
che mescola ad occhi chiusi i numeri e poi incurante li pesca.
una smorfia che ci accomuna sulla soglia della vita
che ci rende somiglianti maschere riflesse nel buio
esposte senza appiglio lungo il baratro del silenzio
la bocca distorce in un bacio ed un soffio di flauto
gli occhi immerge in uno stagno straripante di vuoto
la pelle distende appiattendo ogni ruga del tempo
assumendo il candore cereo di una statua di gesso
alla fine l'ultimo fiato si confonde nell'aria che respiri
e in una pausa che il tempo ferma in stirati secondi
l'anima trasale dal corpo ancor caldo senza staccarsi
e ci guarda senza emozione nel limbo tra i due mondi
allora col palmo della mano batti il ritmo al suo cuore
e con un pallone riempi di ampi respiri il suo polmone
finchè una scossa resusciti in un balzo il corpo inerme
da costringere l'eterea anima a riempir la vuota carne
il respiro si fa veloce e forte a recuperare gli altri persi
il cuor riprende come niente fosse la sua danza dei sensi
gli occhi si accendono di luce e le pupille allor si stringono
le parole parlano di un rubato sogno da cui si destano
mi piace credere ad un Dio solenne che alla sua anima abbia
sbattuto in faccia la porta eterna del viaggio di sola andata
e non al caso fortuito di una banale e illogica coincidenza
che mescola ad occhi chiusi i numeri e poi incurante li pesca.
giovedì 5 aprile 2012
Pensiero
E' come un fiume
che scorre il pensiero
se con la mano sfioro
il pieno dell'onda
traccio poesie
se l'affondo
allora mi trascina via
e non sono più che
un detrito di parole
mute.
che scorre il pensiero
se con la mano sfioro
il pieno dell'onda
traccio poesie
se l'affondo
allora mi trascina via
e non sono più che
un detrito di parole
mute.
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PERCHE' SCRIVO
Un giorno dissi a voce alta mentre ero sui banchi del ginnasio "l'alba di una fine e il tramonto di un inizio" parafrasando quello che diceva la prof, lei e due mie compagne di classe rimasero colpite da questo istintivo e per me banale gioco di parole ed io ne rimasi lusingato. Avevo 15 anni e dopo una delusione d'amore ho iniziato a scrivere e non ho più smesso. Ultimamente sto cercando di usare questo strumento di comunicazione per descrivere la bellezza del posto dove vivo.