Sono un ventriloquo del silenzio
sussurro con voce d'abisso
la profondità dei miei pensieri
ne trattengo a stento il senso
ma costantemente vibro nell' anima
al suono delle sue parole incompresibili

06/06/1996

sabato 7 aprile 2012

Mio padre

A lungo ho rovistato
nella carcassa vuota
della  mia infanzia,
le immagini consolatorie
delle tue mani,
la forza del tuo braccio
che mi sosteneva,
nel silenzio
delle mie lacrime nascoste
sono state
un recinto di emozioni

per troppo tempo
nel delirio dell' adolescenza
gonfio di ormoni e poesie
mai del tutto comprese,
alle tue scarne parole
ho rinunciato,
credendo di trovare
un equilibrio diverso
sospeso tra vita
e letteratura

alla fine trentenne
il senso dei tuoi sospiri
e dei tuoi silenzi
in me ho trattenuto,
incarnati i tatuaggi
delle ferite inferte
dal destino
ho chiuso il cerchio,
dalla tua parte
con gli occhi aperti
e il cuore sereno
mi son trovato

allora ho compreso
senza mai afferrarlo
il senso del tuo tempo
senza di me.

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PERCHE' SCRIVO

Un giorno dissi a voce alta mentre ero sui banchi del ginnasio "l'alba di una fine e il tramonto di un inizio" parafrasando quello che diceva la prof, lei e due mie compagne di classe rimasero colpite da questo istintivo e per me banale gioco di parole ed io ne rimasi lusingato. Avevo 15 anni e dopo una delusione d'amore ho iniziato a scrivere e non ho più smesso. Ultimamente sto cercando di usare questo strumento di comunicazione per descrivere la bellezza del posto dove vivo.