Sono un ventriloquo del silenzio
sussurro con voce d'abisso
la profondità dei miei pensieri
ne trattengo a stento il senso
ma costantemente vibro nell' anima
al suono delle sue parole incompresibili

06/06/1996

sabato 4 febbraio 2012

IL MURO (dedicata a G.P.F.)

Non so se ci fossi tu al mio fianco
seduto con gli occhi fissi
e la bocca asciugata dal silenzio
a vedere questo film.

Forse l'ho solo sognato
tante erano le volte che lo avevi raccontato
con entusiasmo e distacco insieme
come di chi va troppo veloce
per sentire della vita il sapore .

Eppure io ero con te
dentro quella canzone
mentre l'adolescenza
si dipanava col timore
di divenirne al distacco
insensibile.

Se solo ti avessi salutato
quel televisore non si sarebbe rotto
cadendo dalla finestra:
"ricordi quante volte l'avevamo fatto
per gioco
come il più sublime degli sfoghi"?

Ma era un gioco e non si era cresciuti
-e non lo si è mai abbastanza-
per decidere da soli la fine più giusta
che non fosse un assolo di Gilmour
da ascoltare come ubriachi.

Eppure io sono con te
dentro questa canzone
mentre l'adolescenza
ritorna
senza timore
senza distacco
con la nostra maturità incompleta.

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PERCHE' SCRIVO

Un giorno dissi a voce alta mentre ero sui banchi del ginnasio "l'alba di una fine e il tramonto di un inizio" parafrasando quello che diceva la prof, lei e due mie compagne di classe rimasero colpite da questo istintivo e per me banale gioco di parole ed io ne rimasi lusingato. Avevo 15 anni e dopo una delusione d'amore ho iniziato a scrivere e non ho più smesso. Ultimamente sto cercando di usare questo strumento di comunicazione per descrivere la bellezza del posto dove vivo.