Sono un ventriloquo del silenzio
sussurro con voce d'abisso
la profondità dei miei pensieri
ne trattengo a stento il senso
ma costantemente vibro nell' anima
al suono delle sue parole incompresibili

06/06/1996

sabato 5 maggio 2012

Sull'anima


In distanti destini
ora mi consolo
lontano
dalla stasi dell'anima
reclinata in pose
insostenibili
al rigido corpo
riverso
sull'indeformabile
materia
della realtà

marcio
un piede avanti
ed uno perso
all'infinito
al passo
dell'età inconsolabile
del “non ho fatto”
eppure
impermeabile
al rimpianto

vivo
la felicità
come un prestito
interiore
effimero
e passeggero
della vita
non come un dono
esterno
che alla fine
perdendo
rimpiangerei

questa anima
che forse
mi contiene
o che forse
come calco interiore
della mia fragilità
contengo
a volte
mi attraversa
in raggi
che chiamo
felicità.

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PERCHE' SCRIVO

Un giorno dissi a voce alta mentre ero sui banchi del ginnasio "l'alba di una fine e il tramonto di un inizio" parafrasando quello che diceva la prof, lei e due mie compagne di classe rimasero colpite da questo istintivo e per me banale gioco di parole ed io ne rimasi lusingato. Avevo 15 anni e dopo una delusione d'amore ho iniziato a scrivere e non ho più smesso. Ultimamente sto cercando di usare questo strumento di comunicazione per descrivere la bellezza del posto dove vivo.